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Quando noi dormiamo i muscoli delle vie aeree si rilassano, provocando un restringimento del flusso d'aria e un aumento della resistenza al passaggio dell'aria.

In alcuni soggetti questo fenomeno si accentua fino a determinare un vero e proprio russamento. La difficoltà del passaggio d’aria può essere dovuta alla presenza di adenoidi o tonsille ingrossate, dalla deviazione del setto nasale, da un palato molle grosso e allungato, da una retroposizione della mandibola o da una lingua di dimensioni aumentate. Anche i polipi nasali, la rinite o la sinusite possono determinare il russamento. Analogamente le bevande alcoliche e alcuni sedativi favoriscono il rilassamento dei muscoli e limitano il flusso d’aria nella bocca, nel naso e nella gola.

Il russamento e, più in generale i disturbi del sonno, sono molto più frequenti nelle persone in sovrappeso od obese, specialmente se il grasso si deposita intorno al collo. Si può russare anche quando si dorme in posizione supina, perché i tessuti molli tendono a spostarsi verso la faringe, causando un’ostruzione.

Il russamento è spesso associato ad ostruzioni totali o subtotali delle vie aeree superiori che causano delle vere e proprie apnee. Questo fenomeno è noto come OSAS (ObstructiveSleep Apnea Syndrome) ovvero "sindrome delle apnee ostruttive nel sonno". Chi soffre di apnee ostruttive del sonno, russa in modo molto evidente fin dalle prime fasi di sonno. Il russare diventa sempre più forte fino a quando il soggetto non smette di respirare per qualche secondo, per poi riprendere a respirare improvvisamente e dar vita a un nuovo ciclo che si ripete.

Diversi sono i sintomi legati a questo disturbo: eccessiva sonnolenza diurna, colpi di sonno, difficoltà a concentrarsi, turbe della memoria, cefalea mattutina, bocca asciutta al risveglio, sudorazioni notturne, risvegli improvvisi durante il sonno con sensazione di soffocamento, necessità notturna di urinare.

Durante le fasi di apnea e ipopnea l’ossigenazione del sangue cala drasticamente scatenando una sofferenza multiorgano. La carenza di ossigeno determina una vasocostrizione periferica con aumento delle resistenze arteriose e conseguente incremento dei valori pressori. L'ipertensione arteriosa colpisce circa il 60% dei pazienti con sindrome delle apnee ostruttive del sonno. La pressione è tipicamente alta al risveglio e tende a ridursi durante la giornata, nei casi più gravi è presente invece una vera e propria ipertensione resistente al trattamento farmacologico. Altre volte si assiste a periodi di franca ipertensione, alternati a periodi di normalizzazione, per la presenza di occasionali disturbi respiratori (spesso un banale raffreddore) che slatentizzano o peggiorano la problematica respiratoria notturna.

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno è inoltre associata ad aritmie cardiache come fibrillazione atriale, aritmie ventricolari, eccessiva bradicardia notturna e disturbi della conduzione tra atrio e ventricolo.

La diagnosi dei disturbi respiratori nel sonno si basa prima di tutto sui sintomi riferiti dal paziente e dal convivente. Il medico, in caso di sospetto, può richiedere accertamenti strumentali come la polisonnografia che consiste nella misurazione durante il sonno notturno del flusso respiratorio, del livello di ossigeno nel sangue, della mobilità respiratoria toracica / addominale e delle posizioni corporee assunte durante il sonno.

Il Valmontone Hospital dal 2020 dispone di un Cardio-Polisonnigrafo di ultima generazione: un dispositivo che associa un Polisonnigrafo ad un Holter Elettrocardiografico in grado di rilevare come il cuore si comporta durante le problematiche respiratorie. La registrazione elettrocardiografica continua (Holter) consente di ricercare eventuali aritmie e di correlarle agli eventi respiratori, valutando l’eventuale presenza di sofferenza cardiaca correlata alla riduzione dell’ossigeno.

L’apnea notturna è comunque una condizione trattabile: rimedi semplici e modifiche allo stile di vita possono talvolta fare molto per migliorare la sintomatologia. Viene pertanto raccomandato di:

  • perdere peso;

  • smettere di fumare;

  • non assumere alcool, sonniferi e sedativi;

  • praticare regolarmente esercizio fisico;

  • evitare pasti abbondanti serali;

  • evitare di dormire supini;

  • utilizzare il “trucco della pallina da tennis” per evitare di dormire in posizione supina (si posizione una pallina da tennis in una tasca cucita sul retro del pigiama).

È importante sottolineare che il trattamento appropriato per l’apnea notturna deve essere comunque personalizzato. La visita di un medico specializzato, esperto in disturbi respiratori del sonno, è essenziale per determinare il trattamento più adeguato.

Dott. Alessandro Dofcaci

Medico – Chirurgo

Specialista in Cardiologia

Unità Operativa di Cardiologia

Valmontone Hospital

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